AIR JORDAN: LA STORIA DELLE SNEAKERS DIVENTATE LEGGENDA

Michael Jordan e l’accordo con Nike
La storia d’amore tra la casa sportiva di Beaverton, nell’Oregon, e la superstar dei Chicago Bulls non fu sempre facile e non ebbe un inizio così tranquillo. Le vicende le conosciamo bene, il giovane Michael voleva firmare a tutti costi con Converse o Adidas, ma i due brand non erano disposti a rischiare tutto su un giocatore che doveva ancora dimostrare chi era. Converse aveva già sotto contratto i principali giocatori NBA dell’epoca, da Magic Johnson a Larry Bird, da Julius Erving a Bernard King. Adidas all’epoca vestiva i campioni di sport individuali come il tennis, e neanche lei era disposta a puntare su Jordan creando una linea a lui dedicata. “Mamma, non firmerò mai con Nike”, giurò un giovane Jordan alla signora Deloris, che saggia consigliò al figlio “di andare comunque ad ascoltare quello che i signori di Nike avevano da dire, anche se magari non gli sarebbe piaciuto”. A lei si era dovuta rivolgere disperato l’agente di Jordan, David Falk, anche lui incapace di convincere la giovane stella. Così, spinto da Falk e dai propri genitori, MJ accettò l’incontro con Nike: “Andai alla riunione contro la mia volontà, e Nike fece questa grande offerta. Mio padre mi disse: ‘Devi essere un pazzo se non accetti: è l’offerta migliore’. E così feci”. L’accordo era molto impegnativo dal punto di vista economico per Nike, al tempo un’azienda relativamente giovane, si parlava infatti di 250 mila dollari, all’epoca i principali giocatori di Nike prendevano circa 100 mila dollari. Nike era pronta a tutto però per assicurarsi MJ. Vennero inserite tre clausole che potevano portare all’annullamento dell’accordo da parte dell’azienda dell’Oregon: 1) Jordan avrebbe dovuto vincere il premio di Rookie dell’anno NBA; 2) sarebbe dovuto essere un All-Star (o aver segnato almeno 20 punti di media); 3) le vendite delle scarpe avrebbero dovuto toccare i 4 milioni di dollari nei primi tre anni. La storia oggi è leggenda: 28.2 punti di media al suo primo anno nella lega, convocazione per l’All-Star Game e premio di matricola dell’anno. Le sue sneakers? Fruttarono a Nike 70 milioni di dollari nei primi due mesi di vendita!Le Air Ship e la vicenda “BANNED”
Come prima scarpa Michael non indossò le famose Air Jordan 1, quelle arrivarono qualche mese dopo. Jordan fece il debutto nella Summer League con le Air Ship, disegnate da Peter Moore nel 1984. La storia di queste scarpe è condita con un velo di mistero. Le Air Ship furono indossate da Jordan in più colorazioni, tra cui la famosa “Bred” ossia la colorazione nera e rossa. Questa particolare colorazione fu però “bannata” (da qui il titolo “Banned” a questa particolare colorway) dalla NBA perché non rispettava le regole stabilite dalla lega in materia. Visto che non vi era presente del bianco, colore che una scarpa doveva avere al suo interno, la lega decise di multare Nike con una sanzione di 5mila dollari ogni volta che Jordan fosse sceso in campo con quelle scarpe. E Nike cosa fece? Nike credeva nel giocatore e nel proprio prodotto quindi decise di pagare ogni singola multa, d’altronde erano tempi di cambiamento e chi se non quello che sarebbe diventato il giocatore più forte di tutti i tempi poteva rappresentarlo al meglio. All’epoca non era chiara l’esistenza delle Air Ship data la somiglianza con le AJ1 e quando questa vicenda venne fuori, Nike disse che furono le Jordan 1 a essere state bannate, questa pubblicità creò così tanto clamore che le vendite delle Jordan si alzarono vertiginosamente. Come si direbbe adesso: good game Nike!-
MJ con il designer Tinker Hatfield -
Air Ship White/Red -
MJ con le Air Ship
La storia delle Air Jordan
Nel 1985 venne creata quelle che diventerà una delle più iconiche scarpe, se non la più iconica. Nel 1985 rappresentava una stella, ad oggi nel 2020 rappresenta la storia, l’oggetto del desiderio di qualunque appassionato di sneakers e un vero proprio tesoro per i collezionisti. Iniziamo quindi questo viaggio nel tempo. Ora vedremo la storia delle prime 12 Air Jordan che hanno reso celebre la collaborazione tra il giocatore più forte di tutti i tempi e il brand dell’Oregon.Air Jordan 1
Disegnate dall’head designer di Nike, Peter Moore, prezzo di lancio 65 dollari. Il lancio sul mercato avvenne tra marzo e aprile 1985, rappresentarono un cambio di rotta nella visione delle scarpe performance in un campo da basket. Presentate in 14 colorazioni originali tra cui le più famose Chicago e le Bred. Su richiesta di Jordan, Nike disegnò queste scarpe con una suola bassa e taglio high, le scarpe presentano una tomaia in pelle con al lato un grande swoosh ed un logo dedicato alla linea di Michael Jordan costituito da un pallone alato sormontato dalla scritta “Jordan”.Air Jordan 2
Nel novembre del 1986, Peter Moore e Bruce Kilgore disegnarono la seconda serie di signature shoes di MJ. La scarpa venne rilasciata in 2 formati: high e low top, al prezzo di 105 dollari. Per la prima volta in una scarpa Nike non comparve l’iconico swoosh. È disegnata in Italia e ispirandosi all’alta moda rappresenta una fucina per quanto riguarda i materiali, la tecnologia e il design elegante della scarpa, utilizzando pelle premium e materiali di altissima qualità.Air Jordan 3

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MJ con le AJ I -
MJ con le A

Air Jordan IV
Dopo l’iconica J3, Tinker Hatfield deve superare sé stesso. Nel 1989, con il primo lancio globale del brand, presentano la Jordan 4. La scarpa si presenta simile alla precedente, con un taglio mid, l’air unit visibile, con un prezzo di retail sui 100 dollari, diventando così la più costosa scarpa da basket al mondo. Con un prezzo così alto deve rispettare uno standard elevato. Hatfield introduce una rete di mesh nella parte frontale e laterale che rende la scarpa più leggera, un nuovo materiale premium, il nubuk (simile allo scamosciato) e un sistema di allacciamento, grazie a dei supporti a forma di ali, che permettono di allacciare le stringhe in ben 18 modi differenti. Nella linguetta appare per la prima volta sotto il jumpman la scritta Flight. Le Jordan diventano un’icona di stile e streetwear fuori da un parquet della NBA. In quell’anno Michael dominò sul campo da basket portando Nike a pubblicizzare le scarpe attraverso numerosi spot con il regista Spike Lee: “It’s gotta be da shoes!”, sottolineando l’idea che Michael giocasse così bene grazie alle sue scarpe.Air Jordan V
Febbraio 1990, esce il nuovo modello di Air Jordan, completamente rivisto dal precedente, disegnato ancora una volta da Tinker Hatfieild. Per la prima volta appare il lace lock e protezioni per la caviglia nelle due parti laterali. Il design si ispira al gioco di Michael inserendo nella parte davanti forme che ricordano i denti di uno squalo e l’aereo da combattimento britannico Spitfire della Seconda guerra mondiale. Per la prima volta si ha una suola semi-trasparente ispirata alla Nike Mag di Marty McFly di Ritorno al futuro II.Air Jordan VI
Siamo nel 1991, la AJ 6 diventano famose perché rappresentano il primo anello di His Airness e relativo MVP delle Finals. In questa sneakers vengono portati alcuni elementi dalle Jordan 5 ma vengono aggiunti anche dei supporti per facilitarne la calzata, cosa che richiedeva Michael. Possiamo infatti trovare due buchi nella linguetta e uno “spoiler” sul retro della scarpa. Lo spoiler è ispirato alla passione di MJ per le macchine sportive di lusso. Viene inserito un grande numero 23 nella parte laterale. È anche l’ultima volta che vedremo un simbolo del Brand Nike, visto che Jordan e Nike nel 1991 decidono di separarsi, diventando così un brand separato ma comunque legato alla casa madre.-
MJ con le AJ IV -
MJ con le AJ V -

Air Jordan VII

Air Jordan VIII
Prezzo di lancio 125 dollari, designer sempre Tinker Hatfield. Le AJVIII hanno debuttato lo stesso anno in cui i Bulls di MJ e Pippen sono diventati leggenda vincendo per il terzo anno consecutivo il campionato NBA, mentre MJ guidava la classifica per il settimo anno consecutivo. Questo modello è l’unico della linea Air Jordan che presenta cinturini incrociati sopra i lacci e la colorazione Concorde / Aqua – Tone – Black (in grafica) lo ha reso un modello iconico degli anni ’90.Air Jordan IX
Escono nel 1994, anno in cui Michael Jordan annuncia il suo ritiro, in parte dovuto all’omicidio del padre. Nonostante questo, il successo delle Air Jordan non poteva essere fermato e cosi Tinker Hatfield lancia questa silhouette come omaggio a diverse culture di tutto il mondo, perché in ogni parte del globo le persone volevano essere come MJ. Questo modello segna la globalizzazione del brand Jordan.-
MJ con le AJ VII -
MJ con le AJ VIII -

Air Jordan X – XI
Air Jordan XII
Questo è uno dei modelli più apprezzati, diventato leggendario grazie anche alla partita definita ”Flu Game” in cui Jordan segnò 38 punti nonostante l’indigestione a causa della famosa pizza dello Utah. È considerato uno dei modelli più resistenti di tutta la linea Jordan. L’ispirazione per la silhouette arriva dalle scarpe Nisshoki e dalla bandiera giapponese, infatti, le cuciture laterali ricordano i raggi del sole.-
MJ con le AJ X -
MJ con le AJ XI -
MJ con le AJ XII




Il cambiamento delle scarpe performance
Le Air jordan rappresentano la storia delle scarpe da basket, eppure la maggior parte delle scarpe usate su un parquet di pallacanestro durante gli anni 60-90 ora sono diventate sneakers casual o streetwear per tutti i giorni. Dalle Converse Pro Leather alle Chuck Taylor, dalle Adidas Superstar alle prime Jordan. Come sono cambiate le scarpe da performance durante gli anni?
Ne abbiamo parlato con Luca Quattrone, collezionista, fondatore e proprietario di Double Clutch, rinomato negozio con sede a Verona che si occupa della vendita di articoli per la maggior parte relativi al mondo basket e streetwear. Luca e il suo team sono molti attivi sui social, dove hanno creato una propria community, creando contenuti di qualità tra cui utili presentazioni tecniche relative alle scarpe performance, e non meno importante, collaborando a progetti insieme a giocatori di pallacanestro tra cui Nicolò Melli, Gigi Datome, Danilo Gallinari e anche giornalisti sportivi come Alessandro Mamoli. Con quest’ultimo il video che racconta la storia delle prime 5 shoes del Black Mamba.
L’evoluzione Jordan
Così come le scarpe in generale hanno avuto un percorso che ha poi portato al presente, anche le Air Jordan nel corso degli anni hanno apportato dei cambiamenti. Luca continua dicendo: “Dovendo vestire il miglior giocatore della NBA, sviluppare e anche sfruttare la sua immagine, la chiave di lettura è sempre stata l’innovazione. Dalla Jordan 1 (1984-1985, ndr) alla Jordan 35 (2020-2021, ndr), Nike prima e Jordan Brand poi hanno continuato ad innovarsi e rinnovarsi, con design e tecnologie estremamente d’avanguardia che hanno fatto da apripista anche per altre divisioni dello stesso brand (come ad esempio lo Zoom Air o il carbonio nell’intersuola). D’altronde quando sei Jordan, che sia Michael o il Brand, hai sempre gli occhi puntati.”Jordan oggi significa streetwear
In qualsiasi posto che visitiamo, da Milano a Londra, da New York a Tokyo, è impossibile non notare quante persone, soprattutto giovani, indossino Jordan Brand. Le sneakers della linea di MJ rappresentano un’icona di stile streetwear e fashion. Cos’ha contribuito a questa esplosione di interesse? Ancora una volta ci vengono in aiuto le parole di Luca Quattrone: “Sicuramente alla creazione di quello che è oggi Jordan Brand hanno concorso due fattori fondamentali: Michael Jordan e Nike. Il perché dell’importanza di MJ è quasi scontato, mentre per quanto riguarda Nike, fondamentalmente, si traduce in forte e buono marketing. È un discorso lungo e complesso che parte dal quel genio visionario di Phil Knight ed arriva ad una delle aziende più potenti del globo che si distingue per l’incredibile brand awareness e fidelizzazione del cliente. Tornando al marketing puro, semplicemente non sbagliano mai. Hanno sempre l’asset giusto che vestono con il pezzo giusto, campagne costruite ad hoc per cavalcare o anticipare egregiamente dei trend (vedi move to zero) ed eccellono nel creare ‘hype’ o attesa, voglia. L’hype regola il mondo del collezionismo – non vale solo per le calzature – ed è assolutamente voluto e ricercato dal brand, che ama il mondo del resell e lo alimenta. Il resell è parte dello sneaker game, c’è dal giorno 0 ed è semplicemente connesso alla scarsità di prodotto che mantiene alto l’hype e ci porta a voler continuamente acquistare un nuovo ‘pezzone’.”